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28 luglio 2013

Recensione a colpo d'occhio: "I gatti con le pistole", di Angelo Lo Verme

Primo impatto e suggestione: tieni l'occhio fisso su queste parole e non guardare la copertina del libro. Dai, un po' di autocontrollo.

Posizionati a favore di una webcam o di qualunque altra cosa che possa riprenderti in volto e avvia la registrazione. Fatto? L'aggeggio ti sta riprendendo?
Bene, ora scorri il post verso il basso e guarda la copertina.















Bene, l'espressione facciale che hai appena immortalato testimonia la genialità di ciò che hai visto.
Un gatto su un carro armato, un gatto sui cingoli, un gatto tirato come una pizza affinché aderisca alla superficie di un carro armato. E' inutile, mi sta esplodendo il cervello... UN CARRO-GATTO ARMATO SU CINGOLI!!! Come diavolo gli sarà venuto in mente? Inspiegabile, mi arrendo, spero di non sognare stanotte gatti armati che invadono la mia cucina.

Impulso all'acquisto: compralo.


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Avvertenza: una "recensione a colpo d'occhio" è un rapido e personale giudizio dato sulla base del titolo, della copertina e della sinossi del libro considerato. Molti recensiscono libri senza averli letti, io almeno lo dichiaro.

25 luglio 2013

Recensione a colpo d'occhio: Voglio Urlare, di Monica Marghetti

Nuovo libro capitato sotto il mio sguardo, nuova recensione a colpo d'occhio.




Primo impatto: l'urlare del titolo ha un pregio, richiama alla mente un'esperienza radicata fin dalla nascita in ciascuno di noi. Non siamo, va detto, all'altezza dei migliori titoli in tema di urli, come il disturbante I Have No Mouth, and I Must Scream di Ellison, ma la scelta è valida e centra l'obiettivo di attirare l'attenzione. La copertina è meno interessante, una composizione fotografica realizzata presumibilmente da un grafico non professionista.

Suggestione: urlare è una necessità psicologica ma anche fisica, un concetto immediato per il lettore. Tutti noi ci siamo detti, almeno una volta nella vita, voglio urlare, il titolo porta quindi alla mente un ventaglio di stati d'animo come frustrazione, desiderio, aggressività, felicità, rabbia. Purtroppo l'efficacia evocativa del titolo è fiaccata dalla copertina e abbattuta dalla sinossi, che riporto integralmente per commentarla.
L'opera "VOGLIO URLARE" è senza dubbio una novità nel campo editoriale contemporaneo. Gli albori di una nuova forma letteraria. Uno stile moderno, semplice, fuori dagli schemi e dagli stereotipi dell'editoria convenzionale. Un libro autobiografico che con la sua impostazione asciutta e scorrevole, coinvolge il lettore in un turbine di emozioni e un coacervo di sentimenti buoni. Le sue pagine sono impregnate di emozioni forti e tanta sofferenza umana che aiutano il lettore a riflettere sui valori veri della vita, tutte descritte con grande dignità e in maniera puntuale, senza giri di parole, dalla scrittrice. Non da trascurare: lo spessore umano dell'autrice che, con il suo genere semplice ed essenziale, riesce a trasmettere in pieno il senso delle parole, delle azioni, coinvolgendo il lettore come se fosse presente e stesse vivendo la scena.
Una sinossi neutra, descrittiva, fredda, per un libro che invece si propone di comunicare e suscitare emozioni. Il testo di presentazione annuncia "novità nel campo editoriale" e addirittura "una nuova forma letteraria", due promesse troppo grandi per essere credute sulla fiducia e per di più molto generiche, poiché non chiariscono né suggeriscono in cosa stia la novità. Il seguito non è migliore, costruito con formule abusate come "turbine di emozioni", "coacervo di sentimenti", "emozioni forti", "valori veri", "giri di parole". La caduta finale è il riferimento all'autrice, di cui si parla in termini positivi ma generici, senza vitalità.

Impulso all'acquisto: nullo, il titolo è potenzialmente interessante ma viene rovinato dagli altri elementi della presentazione, in particolare da una sinossi priva della capacità di emozionare.



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Avvertenza: una "recensione a colpo d'occhio" è un rapido e personale giudizio dato sulla base del titolo, della copertina e della sinossi del libro considerato. Molti recensiscono libri senza averli letti, io almeno lo dichiaro.

19 luglio 2013

Recensione a colpo d'occhio: Gli imperfezionisti, di Tom Rachman

Le offerte quotidiane di Amazon saranno spesso oggetto delle mie recensioni a colpo d'occhio, poiché fanno ogni giorno capolino nella mia casella email. 

Gli imperfezionisti, di Tom Rachman


Primo impatto: devo trattenermi per non cliccare su "compra" una frazione di secondo dopo aver letto il titolo. Tutta la forza dell'impatto del libro su di me poggia infatti sul titolo, Gli imperfezionisti, mentre la copertina aggiunge scarso valore all'effetto complessivo.

Suggestione: il termine "imperfezionisti" mette in moto la mia curiosità. Chi saranno mai questi personaggi talmente pregni di imperfezione da meritare un neologismo per definirli? E ancora, tutti i personaggi del libro saranno affetti da imperfezionismo o solo alcuni, condannati a vivere sotto il giudizio di compagni perfetti e perfettini? Butto l'occhio sulla sinossi, che smorza lievemente il mio entusiasmo poiché la storia è ambientata nella redazione di un giornale, soggetto che non è tra i miei preferiti. Tuttavia, elencando personaggi che ben si adattano alle aspettative suscitate dal titolo, la sinossi compie il suo lavoro e mantiene alto l'interesse per il libro.

Impulso all'acquisto: alto, anzi altissimo considerando il forte sconto odierno (19/07/2013).


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Avvertenza: una "recensione a colpo d'occhio" è un rapido e personale giudizio dato sulla base del titolo, della copertina e della sinossi del libro considerato. Molti recensiscono libri senza averli letti, io almeno lo dichiaro.

12 aprile 2013

Un discreto numero di parole su "Il segreto dell'ultimo giorno" - di Riccardo Pietrani

Voi che fareste se qualcuno vi raccomandasse un ebook in questo modo?
Ragazzi vi annuncio che IL SEGRETO DELL'ULTIMO GIORNO  il romanzo sci-fi- avventura  del mio amico è disponibile su Amazon a 99 centesimi, 570 pagine di grandissima letteratura per noi nerd.
Io non ho avuto dubbi e l'ho comprato, con l'intenzione di leggerlo persino. Certo, era la raccomandazione di un amico dell'autore, il genere di consiglio per definizione fuori da qualsiasi oggettività. Inoltre più di cinquecento pagine per un esordiente sono tante, il rischio di incappare in qualcosa che a un certo punto mi venisse a noia era concreto. Invece non è stato così, Il segreto dell'ultimo giorno di Riccardo Pietrani mi è piaciuto e ne consiglio la lettura, sia che vi piacciano i libri d'avventura e mistero come Il Codice Da Vinci sia che apprezziate la fantascienza.


La trama non ve la racconto, il libro ha il pregio di alternare fin dall'inizio le vicende di una pluralità di personaggi, alcuni collocati nel nostro presente ed altri invece in diversi momenti del passato. Non c'è quindi un protagonista in cui il lettore si possa identificare, una scelta inusuale per un romanzo di genere che si rivela però azzeccata. Come in un film dal montaggio serrato, il racconto procede attraverso episodi brevi che, alternando personaggi, luoghi, eventi ed epoche, mantengono sempre alto il ritmo e l'interesse.

Su Amazon il libro rientra nelle categorie "Avventura" e "Fantascienza", ma per  la verità gli elementi fantascientifici emergono solo nella seconda metà del romanzo, mentre ciò che non manca fin dall'inizio sono i misteri e l'atmosfera  complottistica à la Dan Brown, a partire dal ruolo della Chiesa Cattolica nella vicenda (indizio: Santa Inquisizione...). Colpi di scena a ripetizione, inganni e contro-inganni, poste in gioco che si fanno sempre più alte: tutti fattori che catturano e intrattengono per le oltre cinquecento pagine del romanzo.

I personaggi sono vivi, quasi sempre credibili, dettaglio non scontato considerando che più co-protagonisti si alternano sulla scena. Invece il meccanismo funziona, le motivazioni di ciascuno e i conflitti che si generano muovono con efficacia la storia.

L'aspetto che più ho apprezzato del romanzo è la fantasia, gli eventi mi hanno spesso sorpreso rispetto alle aspettative, lo considero un punto positivo. Molto presto entra in scena l'abusato 21 dicembre 2012 e la relativa bufala profezia Maya sulla fine del mondo, ma al di là dell'insofferenza che ormai ciascuno di noi deve aver maturato sul tema devo ammettere che l'autore lo ha inserito con intelligenza nella trama, facendone uno dei cardini attorno ai quali si sviluppa il mistero. Non a caso il titolo fa appunto riferimento all'ultimo giorno.

Tutto bene, quindi? Purtroppo no, poiché il libro soffre di un certo numero di refusi, errori o vere e proprie sviste che a un lettore attento non possono sfuggire e che hanno procurato al romanzo alcune nette stroncature su Amazon. Sotto questo aspetto Il segreto dell'ultimo giorno si può considerare esemplare nel bene e del male del fenomeno dell'autopubblicazione: è infatti  un libro molto valido che, non essendo stato esaminato da un editor professionista o semplicemente da un lettore attento, non ha la pulizia che io mi aspetto da un prodotto in vendita.


Conclusione: lettura consigliata, ma dovete chiudere un occhio sui refusi.

Potete smettere di leggere.

Davvero.

Non c'è nulla di più.

Ok, c'è ancora qualcosa.

Caro Riccardo,

hai scritto un bel libro, coinvolgente, scorrevole, in grado di agganciare il lettore e farlo avanzare con curiosità pagina dopo pagina... perché non lo hai fatto esaminare da qualcuno prima di pubblicarlo?! Fosse un brutto romanzo, pazienza, ma visto che la qualità c'è avresti dovuto valorizzarla con il supporto di qualcuno, magari non un costoso editor ma almeno, per dire, un insegnante di italiano in pensione: sono come cani da tartufi, annusano il testo e scovano a colpo sicuro tutti gli errori.

A parte le battute, da autore capisco benissimo che chi scrive qualcosa, magari in anni di lavoro, una volta arrivato alla fine faccia fatica a riesaminare il proprio testo con sguardo fresco e obiettivo. Sotto questo aspetto l'occhio di un estraneo è insostituibile, quantomeno per ripulire il testo in superficie, individuando la maggior parte degli errori di grammatica, lessico e sintassi.

L'errore in una pagina di fiction è come, in un film, il microfono che entra nell'inquadratura oppure, in un concerto, la stonatura del cantante solista: ti allontana dal testo. Uno dei tuoi recensori su Amazon scrive: "si sente la mancanza di un correttore, ma il libro è autoprodotto credo". L'idea che i libri autoprodotti siano automaticamente meno curati di quelli pubblicati da editori è un'idea da combattere, un'idea che tutti noi autori indipendenti dobbiamo  combattere limando ogni dettaglio dei nostri testi. 

Aspetto con curiosità il tuo prossimo lavoro.

Rosario 
(un lettore)

05 febbraio 2013

Lavori in corso

Il podcast sta cambiando casa: potrebbero capitare cose strane al feed rss e di conseguenza alla pagina iTunes, come la presenza di puntate doppie oppure scomparse. 

Abbiate pazienza, salvo intoppi la nuova puntata sarà pubblicata alla fine della prossima settimana.

Nel frattempo saziatevi di podcast su http://www.podradio.it/, ci siamo anche noi!

12 novembre 2012

Narrativa Digitale 08 - L'Atlante delle meraviglie, intervista ad Andrea Chirichelli

Narrativa Digitale - il podcast che ama gli ebook
Episodio otto - L'atlante delle meraviglie, intervista ad Andrea Chirichelli.


L'intervista
In questo episodio ci allontaniamo dalla narrativa per incontrare un autore che ha voluto raccontare le bellezze del mondo con una guida turistica molto particolare. Andrea Chirichelli, co-fondatore e co-direttore della rivista online Players, ci parla del suo Atlante delle meraviglie.

L'audiorecensione
Nasce la rubrica delle audiorecensioni di Narrativa Digitale, rubrica realizzata in collaborazione con InfinitiMondi. La recensione del mese è dedicata a Rootworld di Alessio Gallerani, che è stato ospite del podcast nell'episodio #2.

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