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12 aprile 2013

Un discreto numero di parole su "Il segreto dell'ultimo giorno" - di Riccardo Pietrani

Voi che fareste se qualcuno vi raccomandasse un ebook in questo modo?
Ragazzi vi annuncio che IL SEGRETO DELL'ULTIMO GIORNO  il romanzo sci-fi- avventura  del mio amico è disponibile su Amazon a 99 centesimi, 570 pagine di grandissima letteratura per noi nerd.
Io non ho avuto dubbi e l'ho comprato, con l'intenzione di leggerlo persino. Certo, era la raccomandazione di un amico dell'autore, il genere di consiglio per definizione fuori da qualsiasi oggettività. Inoltre più di cinquecento pagine per un esordiente sono tante, il rischio di incappare in qualcosa che a un certo punto mi venisse a noia era concreto. Invece non è stato così, Il segreto dell'ultimo giorno di Riccardo Pietrani mi è piaciuto e ne consiglio la lettura, sia che vi piacciano i libri d'avventura e mistero come Il Codice Da Vinci sia che apprezziate la fantascienza.


La trama non ve la racconto, il libro ha il pregio di alternare fin dall'inizio le vicende di una pluralità di personaggi, alcuni collocati nel nostro presente ed altri invece in diversi momenti del passato. Non c'è quindi un protagonista in cui il lettore si possa identificare, una scelta inusuale per un romanzo di genere che si rivela però azzeccata. Come in un film dal montaggio serrato, il racconto procede attraverso episodi brevi che, alternando personaggi, luoghi, eventi ed epoche, mantengono sempre alto il ritmo e l'interesse.

Su Amazon il libro rientra nelle categorie "Avventura" e "Fantascienza", ma per  la verità gli elementi fantascientifici emergono solo nella seconda metà del romanzo, mentre ciò che non manca fin dall'inizio sono i misteri e l'atmosfera  complottistica à la Dan Brown, a partire dal ruolo della Chiesa Cattolica nella vicenda (indizio: Santa Inquisizione...). Colpi di scena a ripetizione, inganni e contro-inganni, poste in gioco che si fanno sempre più alte: tutti fattori che catturano e intrattengono per le oltre cinquecento pagine del romanzo.

I personaggi sono vivi, quasi sempre credibili, dettaglio non scontato considerando che più co-protagonisti si alternano sulla scena. Invece il meccanismo funziona, le motivazioni di ciascuno e i conflitti che si generano muovono con efficacia la storia.

L'aspetto che più ho apprezzato del romanzo è la fantasia, gli eventi mi hanno spesso sorpreso rispetto alle aspettative, lo considero un punto positivo. Molto presto entra in scena l'abusato 21 dicembre 2012 e la relativa bufala profezia Maya sulla fine del mondo, ma al di là dell'insofferenza che ormai ciascuno di noi deve aver maturato sul tema devo ammettere che l'autore lo ha inserito con intelligenza nella trama, facendone uno dei cardini attorno ai quali si sviluppa il mistero. Non a caso il titolo fa appunto riferimento all'ultimo giorno.

Tutto bene, quindi? Purtroppo no, poiché il libro soffre di un certo numero di refusi, errori o vere e proprie sviste che a un lettore attento non possono sfuggire e che hanno procurato al romanzo alcune nette stroncature su Amazon. Sotto questo aspetto Il segreto dell'ultimo giorno si può considerare esemplare nel bene e del male del fenomeno dell'autopubblicazione: è infatti  un libro molto valido che, non essendo stato esaminato da un editor professionista o semplicemente da un lettore attento, non ha la pulizia che io mi aspetto da un prodotto in vendita.


Conclusione: lettura consigliata, ma dovete chiudere un occhio sui refusi.

Potete smettere di leggere.

Davvero.

Non c'è nulla di più.

Ok, c'è ancora qualcosa.

Caro Riccardo,

hai scritto un bel libro, coinvolgente, scorrevole, in grado di agganciare il lettore e farlo avanzare con curiosità pagina dopo pagina... perché non lo hai fatto esaminare da qualcuno prima di pubblicarlo?! Fosse un brutto romanzo, pazienza, ma visto che la qualità c'è avresti dovuto valorizzarla con il supporto di qualcuno, magari non un costoso editor ma almeno, per dire, un insegnante di italiano in pensione: sono come cani da tartufi, annusano il testo e scovano a colpo sicuro tutti gli errori.

A parte le battute, da autore capisco benissimo che chi scrive qualcosa, magari in anni di lavoro, una volta arrivato alla fine faccia fatica a riesaminare il proprio testo con sguardo fresco e obiettivo. Sotto questo aspetto l'occhio di un estraneo è insostituibile, quantomeno per ripulire il testo in superficie, individuando la maggior parte degli errori di grammatica, lessico e sintassi.

L'errore in una pagina di fiction è come, in un film, il microfono che entra nell'inquadratura oppure, in un concerto, la stonatura del cantante solista: ti allontana dal testo. Uno dei tuoi recensori su Amazon scrive: "si sente la mancanza di un correttore, ma il libro è autoprodotto credo". L'idea che i libri autoprodotti siano automaticamente meno curati di quelli pubblicati da editori è un'idea da combattere, un'idea che tutti noi autori indipendenti dobbiamo  combattere limando ogni dettaglio dei nostri testi. 

Aspetto con curiosità il tuo prossimo lavoro.

Rosario 
(un lettore)