Da qualche tempo è raro che dorma le classiche otto ore, in verità nemmeno le moderne sette o le contemporanee sei, quando non viro pericolosamente verso le futuriste quattro. Qualche sera fa però il sonno mi ha colto a un orario decente, donandomi in cambio una storia fatta e finita, se non nella lunghezza quantomeno nella compiutezza della vicenda.
Protagonisti due ragazzi, giovani scavezzacollo che vivono di bravate all'interno di un'istituzione a metà tra un collegio e una colonia estiva. I due sono refrattari alle regole e vivono ai margini del sistema, identificando se stessi come oppositori e ribelli. Progettano di allontanarsi insieme, fuggendo dal collegio per affrontare il mondo. Prima della fuga ecco la svolta: uno dei due ragazzi viene sfidato alla corsa da una compagna nel pieno di una manifestazione pubblica, sorta di giochi della gioventù interni al campus, mostrando così alla collettività un talento sportivo che fino a quel momento aveva impiegato solo per combinare guai. Un professore coglie l'attimo e lo copre di gloria, convincendolo così a restare per coltivare le proprie capacità. All'amico di bravate, ormai abbandonato, non rimane che scegliere se rimanere all'interno, come un ermarginato, oppure portare a termine da solo il progetto di fuga.
A qualcuno la notte porta consiglio, a me ha portato una storia.
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Rebecca - la settimana della piuma