Era una notte buia e tempestosa, quando i ragazzi di Ultima Books mi chiesero, a me come ad altri autori pubblicati tramite la loro piattaforma di autopubblicazione Narcissus, di presentare il mio libro presso il loro stand al Salone del libro di Torino. Avrei potuto rifiurare, io che tra l'altro a Torino ci vivo? Ovviamente no, così fu che iniziò il mio piano di conquista del Salone.
L'obiettivo era naturalmente quello di diffondere il verbo di Rebecca tra i visitatori, con un budget prossimo allo zero. Con pochi soldi e poco tempo decisi di riciclare l'arcaico strumento pubblicitario dell'uomo sandwich, ovvero due stampe semirigide da indossare, cui aggiunsi un vistoso becco di cartoncino per non rischiare di passare inosservato. Tira più un becco di carta che una pariglia di buoi, si dice, o ricordo male?
Il risultato?
Così mascherato me ne andari in giro per il Salone, suscitando le risa dei bambini e probabilmente anche dei grandi, ma anche quattro riprese televisive e un discreto numero di foto, sia della stampa sia di comuni visitatori.
Nel frattempo ci fu anche la presentazione, di fronte a un pubblico sparuto ma caloroso.
Torniamo al presente e guardiamo al futuro: la mascherata al salone avrà inciso sulle vendite? Lo scoprirò tra pochi giorni, nel frattempo so con certezza che qualcuno ha raggiunto questo blog cercando su google una versione storpiata del titolo del libro, che è già qualcosa. D'altra parte, come dissi a Marco Croella di Ultima Books al salone, self-publishing e self-marketing camminano insieme, l'autore indipendente deve pensare alla promozione tanto quanto alla punteggiatura, può sembrare blasfemia ma è solo un'altra sfida da vincere.
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